Marco e Francesca. Marco abita a Ferrara e corre in vespa da Ferrara a Cotignola folgorato dall’Arena. La sua ragazza, Francesca, studia a Ferrara, dove l’ha conosciuta, incontrata e “innamorata”.
Sono riservati, rispettosi, quasi timorosi di fronte all’irruenza dei “vecchi” di Primola.
Ma hanno le loro idee che realizzano in autonomia.
Marco tiene un diario di appunti e di disegni che da qualche anno porta con sè annotando le cose e disegnando schizzi, idee, frammenti di cose viste o immaginate.
E’ un diario che ogni tanto si può intravedere tra le sue mani, e se glielo chiedi te lo fa vedere con timidezza e pudore.
Il diario l’hanno sfogliato in tanti ed è davvero bello. Da vedere.
Dal suo diario, Marilena, la nostra amica-grafica che proprio in questi giorni sta per partorire Alice, ha tratto alcune illustrazioni che ha inserito nel pieghevole e nel manifesto dell’Arena.
Marco ha progettato e realizzato, con la collaborazione di Francesca, che interroga ed ascolta con molta attenzione, il cubo dei lenzuoli che sventolano. Lo ha realizzato a tappe tagliando l’agrivelo a strisce, che ha appeso con i “ciapetti” sui fili del bucato.
Massimo, l’artefice delle luci, lo ha illuminato.
E’ nato un magico gioco di sventolii che cambia a seconda del punto in cui sei.
Se ti immergi dentro sei avvolto da fasci di luce e di “lenzuoli” che trasformano lo sguardo dell’arena. Se lo guardi da lontano sembra un cubo di luce che sventola.
Marco e Francesca non sono Paolo e Francesca, non volano nell’inferno dantesco, ma svolazzano, leggeri e silenziosi, tra l’agrivelo dei lenzuoli e l’Arena delle balle.
Tra i lenzuoli del cubo s’intrecciano i bambini accompagnati dal babbo o dalla mamma.
I bambini escono e poi di corsa, si tuffano dentro come volessero nuotare tra la luce dell’agrivelo.
Marco ogni tanto si lamenta perchè i bambini sono troppo irruenti e gli spezzono i “lenzuoli”. Ma, subito dopo è felice di vederli così.
Voleva raccontare il suo ricordo infantile dei lenzuoli del bucato che ti accarezzano.
I bambini lo stanno facendo tra le luci e le balle, forse come voleva lui.
Mario Baldini