Il Lago dei Gelsi, all’anagrafe "Lago della fornace", è un bacino artificiale formatosi a seguito della dismissione di una cava di estrazione di argilla per la produzione di laterizi. Lo specchio d'acqua, alimentato dalla falda freatica, copre una superficie di circa quattro ettari e presenta una profondità massima di quattordici metri.
La cava è rimasta in attività fino al 1991. Successivamente l'area sulla quale insiste il lago, della superficie complessiva di 4,28 ettari, è stata ceduta al Comune di Cotignola. Dall'epoca in cui è cessata l'attività estrattiva, nel lago e nell'area di pertinenza, si è avviato un processo spontaneo di rinaturalizzazione che genera macro e microambienti di particolare pregio ambientale, habitat favorevoli alla vita e alla riproduzione di varie specie animali.
I pioppi cresciuti spontaneamente e piantati sulle scarpate durante il periodo di attività estrattiva, una volta sommersi dall'acqua non più prelevata, hanno interrotto il proprio ciclo vitale. Le piante morte, mai rimosse, una volta avviata la fase di naturale decomposizione, hanno creato un interessante biotopo sommerso favorevole alla ittiofauna, in particolare al luccio (Esox lucius) e alla tinca (Tinca tinca), due specie che in Italia, nei loro habitat naturali, sono sempre più rare se non estinte, presenti in questo lago poiché immesse in passato da appassionati di pesca. È presente in buon numero anche la testuggine palustre europea (Emys orbicularis), specie considerata tra i rettili europei più interessanti il cui habitat deve essere necessariamente protetto, e per questo è inclusa nell'Allegato II della direttiva Habitat 92/43/CEE.
I tronchi sommersi sono inoltre diventati posatoi per uccelli, mentre nelle cavità dei tronchi morti che restano in piedi, nidificano regolarmente più specie di uccelli tra i quali il picchio rosso (Dendrocopus major), il picchio verde (Picus viridis), l'upupa (Upupa epops) e lo storno (Sturnus vulgaris).
Nel tempo sono state effettuate immissioni non autorizzate di specie alloctone, quali la testuggine americana dalle guance rosse (Trachemys scripta ssp. elegans), la testuggine americana dalle guance gialle (Trachemys scripta ssp. scripta) e il persico trota (Micropterus salmoides) che, trovando un ambiente favorevole, si sono riprodotte fino ad entrare in competizione con le specie autoctone presenti.
Per questo motivo, nell'ambito del Piano di Azione Ambientale "R.I.V.I.V.R.O." attivato tra il 2008 e il 2010, sono state effettuate opere di contenimento delle specie alloctone e immissioni di alcune specie autoctone quali il luccio e la tinca, in quantità proporzionata in base al livello trofico di ciascuna di esse, e la testuggine palustre europea.
Nel lago si possono trovare stagionalmente numerose specie d'uccelli migratori, in particolare anatidi, come ad esempio il Germano Reale (Anas platyrhynchos), e il Fischione (Anas penelope). Altre specie d'uccelli acquatici regolarmente presenti sono l’airone cenerino (Ardea cinerea), la garzetta (Egretta garzetta), la folaga (Fulica atra), la gallinella d'acqua (Gallinula chloropus).
Per quanto riguarda la flora perimetrale, tra le specie arboree troviamo il pioppo bianco (Populus alba), il pioppo nero (Populus nigra), il salice bianco (Salix alba), il carpino nero (Ostrya carpinifolia), il frassino comune (Fraxinus ornus), le roverelle (Quercus pubescens), l’acero campestre (Acer campestre), e ovviamente numerosi esemplari di gelso nero (Morus nigra), la cui presenza ha dato il nome al lago. Le zone arbustive sono prevalentemente composte da sanguinella (Cornus sanguinea), prugnolo selvatico (Prunus spinosa), biancospino (Crataegus monogyna). Al momento non è possibile l’inserimento di vegetazione subacquea a causa della massiccia presenza di carpe erbivore (Ctenopharyngodon idella), anch’esse immesse in passato, quando non erano diffuse le moderne politiche di conservazione.
Dal 2011 il bacino fa parte dell'Area di Riequilibrio Ecologico "Lago della Fornace, Canale del Molino e Fiume Senio" di nuova istituzione da parte della Provincia di Ravenna.
Parte dell'Area di Riequilibrio Ecologico, compreso il Lago dei Gelsi, è inoltre sottoposta ai vincoli ambientali, istituiti dalla Regione Emilia-Romagna nel 2012: SIC (Sito di Interesse Comunitario: area che contribuisce in modo significativo al mantenimento della biodiversità originaria della regione in cui si trova) e ZPS (Zona di Protezione Speciale: zone di protezione poste lungo le rotte di migrazione dell’avifauna, finalizzate al mantenimento e alla sistemazione di idonei habitat per la conservazione e gestione delle popolazioni di uccelli selvatici migratori), con la denominazione "Bacino della ex Fornace di Cotignola e Fiume Senio".
Attualmente il Lago dei Gelsi è gestito dall'associazione Primola di Cotignola. Le visite al Lago dei Gelsi sono consentite esclusivamente su prenotazione, in quanto l'accesso all'area è regolamentato per garantirne la tutela. Chiunque può richiedere di visitare il Lago contattando l'URP del Comune di Cotignola al numero 0545 908871, oppure tramite l'associazione Primola al numero 349 3523188. È possibile fare richiesta per una visita in qualsiasi periodo dell'anno, senza alcun vincolo legato al numero di partecipanti (può fare richiesta anche una persona singola). L'associazione Primola è inoltre a disposizione per chiunque sia interessato a raccogliere materiale documentaristico (foto, video eccetera) o per collaborazioni volontarie nella realizzazione di progetti per il riequilibrio ecologico (piccole manutenzioni).
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