Nella foto Giacomo Strocchi, nella sua officina a Melbourne
Chi era Giacomo Strocchi?
"Lo chiamavano Giacomone, era un ragazzone bruno, alto e atletico" così lo descrive Serena Bedeschi, vicina di casa di Giacomo.
Strocchi, nato a Cotignola nel 1924, era una bella persona, un granarolese che amava Granarolo, un uomo alto, allegro, ironico, fin da giovanissimo un antifascista puro, un lettore appassionato, autodidatta, immerso in tutta la letteratura, dall’americana, Steinbek, Faulkner, Cadwel, Dos Passos, ai grandi autori dell’800 europeo.
Figlio di Maddalena e Cesare - “i Zizari” - socialisti, che mantenevano la famiglia con una bancarella di frutta e verdure. Aveva due sorelle, Gigina che visse a Granarolo e Laura che, dopo il matrimonio, si trasferì a Cotignola.
A 18 anni, il 14 febbraio del 1942, ebbe una perquisizione in casa, fu arrestato ed incarcerato per due mesi nelle carceri di Forli e Ravenna, poi processato dal Tribunale Speciale di Forli che lo condannò a due anni di condizionale per il suo antifascismo.
A 20 anni, Il 20 marzo 1944, si arruolò come partigiano nella IV Brigata di Cuneo, diventando “Baracca”, un capo delle formazioni antifasciste che sfilarono, il 2 maggio 1945, alla Liberazione di Torino.
Quando ritornò a Granarolo, con il fazzoletto rosso ed il mitra a tracolla, la sua casa era distrutta.
Visse il dopoguerra a Granarolo in difficoltà, senza trovare lavoro, fino a 28 anni quando decise di partire per l’Australia, nel 1952.
Là, dopo i primi anni d’emigrazione con vari lavori, conobbe Nora, con cui si sposò ed ebbero due figli, Marina (1961) e Gino.
Morì nel 1987 e nella sua tomba di Melbourne volle la sua sciarpa da partigiano con la bandiera italiana.