La nostra terra che parla con l'arte (17/07/2018)

Quest'anno l'Arena è "la nostra terra che parla con l'arte".

Il filo conduttore di questo enorme palcoscenico quest’anno è il Canale del mulino, un antico canale realizzato nel 1200 che portava l’acqua del Senio al mulino di Cotignola e alimentava anche i maceri della canapa.

Lungo questo canale, da tempo senz’acqua, cresce l’immaginario dell’arte di terra e di fiume dell’Arena 2018. Qui hanno scelto di abitare contadini e artisti un po’ strani, bizzarri, lontani dal centro. E così ci hanno costruito un villaggio di capanne, la piazza verde del cinema, un rifugio dove parlano solo le canne di fiume, un sonno profondo, la casa del blues all’ombra delle acacie, cupole per il silenzio impastate con la paglia e il fango, piramidi di sculture di grano verso il cielo, il museo dei sentimenti di una casa contadina.

Il letto di un canale, galleria d'arte, museo dell’abbandono che rinasce e si ripopola con gli artisti e gli abitanti provvisori dell’Arena. Ma non solo: in questo canale ci abitano anche le teste e le maschere che parlano, mimetizzate nella natura, create quest’estate in una strana officina di rianimazione della cartapesta.

Noi, in questo angolo di fiume, quando il grano cambia colore ricominciamo a cercarci; e così troviamo l'Arena delle balle di paglia che cura la solitudine e la depressione.